Il 63% dei buyer B2B nel tech si fida dei video degli esperti di settore per prendere decisioni d’acquisto
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L’ascesa del social video nel content marketing B2B
Nel mondo in rapida evoluzione del content marketing B2B, una tendenza emerge in modo sempre più evidente: la dominanza del video di breve durata. Secondo una nuova ricerca di LinkedIn, il 63% degli acquirenti B2B nel settore tech afferma che i contenuti video realizzati da esperti di settore influenzano significativamente le loro decisioni d’acquisto. Questo cambiamento evidenzia come i decision maker B2B, in particolare nel settore tecnologico, preferiscano contenuti concisi, coinvolgenti e basati su competenze autorevoli.
Questa tendenza è rafforzata dalla crescita di LinkedIn come piattaforma video. La visualizzazione di video su LinkedIn è aumentata del 36% su base annua, con una crescita della creazione di video due volte superiore rispetto ad altri formati di contenuto. Questo rappresenta un’evoluzione significativa nel modo in cui i professionisti consumano contenuti, posizionando LinkedIn come un canale chiave per i marketer B2B che vogliono raggiungere e coinvolgere efficacemente i decisori.
Il lancio del feed verticale dedicato ai video sull’app mobile di LinkedIn sta attirando sia creator che brand. Inoltre, il programma publisher di LinkedIn, che coinvolge oltre 500 editori e giornalisti, ha portato a una crescita del 67% della creazione settimanale di contenuti video su base annua.
Dai video ads tradizionali ai video social: il potere dell’influencer marketing B2B
Il confronto tra la performance delle video ads tradizionali e quella dei contenuti guidati dagli influencer rivela una verità chiara: il B2B influencer marketing è più efficace perché è autentico, coinvolgente e credibile.
Dal 2016, il mercato globale dell’influencer marketing B2B è cresciuto di 20 volte. Secondo il report Influencing Business di Ogilvy:
- Il 75% dei marketer B2B utilizza già strategie di influencer marketing.
- Il 53% delle aziende che ancora non lo fanno sta considerando di adottarlo.
Questa crescita riflette la crescente domanda di voci autentiche negli ecosistemi B2B. Man mano che l’efficacia delle ads tradizionali diminuisce, i video social guidati dagli influencer rappresentano una strada comprovata per il coinvolgimento, la fiducia nel brand e la crescita misurabile.Approfondisci il tema con Strategie di influencer marketing B2B efficaci per il 2025, che esplora come i contenuti degli influencer stiano evolvendo per rispondere alle esigenze dei buyer B2B moderni.L’effetto Gen Z: come cambia il comportamento d’acquisto B2BLa ricerca di LinkedIn mette in luce l’influenza crescente della Generazione Z:
- Il 90% dei professionisti Gen Z, consapevoli dell’influencer marketing, ha un tasso d’interazione mensile con contenuti B2B più alto dell’11% rispetto ad altre generazioni.
Con l’ingresso di sempre più decisori Gen Z nel mondo del lavoro, le loro preferenze plasmeranno le future strategie di contenuto B2B. Questa generazione valorizza autenticità, contenuti brevi e insight peer-driven, rendendo il video social guidato dagli influencer fondamentale per i brand che vogliono rimanere rilevanti.Maggiori dettagli su questi cambiamenti sono disponibili in I marketer B2B si preparano al futuro, che analizza le tendenze emergenti e i comportamenti d’acquisto in evoluzione.
Next step: integrare le tradizionali video ads con video social
Le strategie tradizionali basate su display ads e contenuti statici mantengono un certo valore, ma faticano sempre di più a catturare l’attenzione del pubblico, a meno che non siano integrate con video social realizzati da voci autorevoli e formati coerenti con l’esperienza organica.Secondo uno studio del LinkedIn B2B Institute e di Media Science:
- L’81% delle video ads B2B non riesce a catturare adeguatamente l’attenzione né a generare ricordo del brand.
Lo studio, condotto su 109 annunci video B2B reali mostrati a 770 utenti LinkedIn, ha rivelato che: - Il 53% dei partecipanti non ha riconosciuto l’annuncio;
- Tra chi lo ha notato, solo il 36% ha identificato correttamente il brand;
- In media, solo il 19% dei partecipanti ha ricordato l’annuncio associandolo correttamente al brand.
Questi dati evidenziano che, anche quando un annuncio riesce a catturare l’attenzione, il passaggio dall’attenzione al ricordo del brand è debole. Il riconoscimento del brand resta basso, segnalando la necessità di strategie creative più efficaci.Perché le video ads tradizionali devono aggiornarsi
- L’attenzione è fugace: In media, un video B2B trattiene l’attenzione per soli 3,7 secondi, anche se rimane sullo schermo per oltre 12 secondi.
- Strategie di branding deboli: Gli annunci con pochi riferimenti al brand faticano a essere ricordati. Al contrario, quelli che menzionano il brand più volte raggiungono fino al 48% di riconoscimento corretto.
- Durata inefficace: Gli annunci più brevi (meno di 10 secondi) spesso superano quelli più lunghi in termini di riconoscibilità.
- Uso inefficace dell’audio: Sebbene LinkedIn sia una piattaforma prevalentemente “muta” di default, un uso strategico dell’audio può migliorare il ricordo del brand per chi attiva il suono.
La soluzione?
Integrare le tradizionali video ads con contenuti creativi capaci di creare connessioni emotive, col supporto di creatori di contenuti influenti nel settore.Come evidenziato in Branding B2B e scetticismo: come affrontarlo e sbloccare il potenziale dell’azienda, molti brand B2B faticano ad abbandonare approcci tradizionali o eccessivamente orientati alla vendita, trascurando l’importanza di investire in creatività basate sulla connessione emotiva, un elemento chiave per un brand recall duraturo.